Nel tratto iniziale, a ridosso del confine meridionale del comune, il sentiero del Verbano ricalca quella che era la strada storica che collegava Taino con Sesto Calende. Questa era la principale via di comunicazione che veniva battuta quotidianamente dalla gente del posto o da comuni viandanti.
Il percorso attraversa una porzione di un bellissimo bosco misto alternato a macchie pure di Pino Silvestre (Pinus sylvestris.). Procedendo verso nord, in alcuni versanti delle colline, sono ancora ben vesibili dei terrazzamenti.
Questi rappresentano il segno di una comunità che in passato era dedita quasi unicamente all’agricoltura. La terra era lavorata per produrre segale, granturco, fieno e soprattutto vino. L’area terrazzata infatti era tutta destinata a vigneto fino all’immediato dopoguerra da quando cioè l’abbandono dell’agricoltura restituì le terre al bosco.
La storia vinicola permane comunque nel nome “Taino” che si ritiene derivare dal celtico Ta (buono) e Vyn (vino), cioè terra del buon vino.
Appena al di fuori del bosco, il sentiero attraversa la località Madonnina che prende il nome da due piccole cappellette votive poste a poche centinaia di metri l’una dall’altra.
Attraversata la strada che conduce alla Piana di Taino, si prosegue in direzione Capronno. Qui attraversiamo un altro tratto di bosco misto a dominanza di Castagno (Castanea sativa). Va ricordata a tal proposito la stretta relazione che c’e’ stata in passato tra i Tainesi e i loro boschi, in particolare tra i Tainesi e il Castagno. Da questa pianta infatti venivano ricavati oltre che i frutti, la farina, e la legna da ardere anche i pali per i vigneti e il legname utile per la fabbricazione delle botti.
Sebbene un po’ discosto dal sentiero del Verbano, merita senz’altro menzione il Palazzo Serbelloni. Si tratta di una villa signorile del 1700 costruita sui resti di un antico castello. Il Palazzo è circondato da un esteso parco in cui si contano diversi alberi monumentali.
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