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Decine di scuole in provincia e in Agenda21Laghi hanno sperimentato in questi anni percorsi di educazione ambientale, una solida piattaforma per rilanciare obiettivi e strumenti verso una più ambiziosa educazione alla sostenibilità.
Il 21novembre, nell’ambito del “modus riciclandi day” al Chiostro di Voltorre, si terrà un seminario dal titolo” Una rete per l’educazione alla sostenibilità ambientale”, rivolto a dirigenti scolastici ed insegnanti, sindaci ed Amministratori pubblici, Associazioni, Aziende di servizi ambientali. In quell’occasione la proposta della rete verrà sottoposta all’attenzione di soggetti della scuola e delle Istituzioni per farla diventare una realtà concreta ed operativa.
Dell’esito del seminario riferiremo nella prossima newsletter, oggi ci vogliamo soffermare sul perché, il cosa ed il come dell’educazione alla sostenibilità.
Perché educare alla sostenibilità. Come abbiamo dimostrato in molte nostre news la sostenibilità non è un problema dei prossimi secoli, ma di oggi e dei prossimi decenni. I ragazzi oggi in età solare saranno adulti nel corso del XXI secolo, quando cioè il cambiamento globale farà sentire tutti i suoi effetti. Saranno loro a subire le conseguenze delle decisioni che vengono prese ora ed hanno dunque diritto ad essere pienamente informati e a disporre degli strumenti necessari a capire le sfide della sostenibilità e la posta in palio.
Qual è l’oggetto della sostenibilità. Anche in questo caso possiamo richiamare altre news, dove si è accennato ai cosiddetti confini planetari, le soglie di sicurezza di alcune grandezze che misurano i maggiori rischi globali. Oggi un rapporto del 2013 redatto da molti Istituti di ricerca americani, indicano cinque grandi emergenze globali: i mutamenti climatici, la crescita della popolazione mondiale, la trasformazione degli ecosistemi, l’estinzione di molte specie, l’inquinamento. Studiare la sostenibilità significa perciò studiare questi ambiti.
Come studiare la sostenibilità. Per questo aspetto possiamo fare riferimento alla nostra stessa esperienza delle Green School, ripercorrendone i principi di fondo:
1.    La stretta relazione tra la didattica e la pratica, applicandosi al caso concreto degli impatti generati sull’ambiente all’interno stesso della scuola. In Green School si mettono sotto la lente d’ingrandimento alcune pratiche quotidiane, per esempio la gestione dei rifiuti, si analizzano i modi in cui un oggetto diventa rifiuto e come viene smaltito, per definire ed attuare strategie correttive di riduzione e recupero dei rifiuti e di corretta raccolta differenziata. I risultati ottenuti vengono misurati e confrontati con quelli precedenti all’avvio del progetto: in questo modo si ha un parametro quantitativo dell’efficacia.
2.    La relazione tra locale e globale. Tutti i cinque ambiti problematici visti sopra hanno la comune caratteristica di avere cause locali, ma effetti apprezzabili prevalentemente su scala globale. Non ci accorgiamo del riscaldamento globale perché alla causa locale segue un effetto locale, ma perché vediamo gli effetti cumulativi dimolte emissioni locali. La didattica deve perciò spostare continuamente lo sguardo e l’attenzione dal locale al globale e viceversa.
3.    L’interazione tra molte discipline. La sostenibilità non è una nuova disciplina, ma l’integrazione di discipline per studiare e capire problemi complessi. La scienza parla di sistemi socio-ecologici in cui le azioni dell’uomo interagiscono con i processi naturali, i quali a loro volta influiscono sulla qualità della vita, in una relazione spesso non lineare. Il più importante progetto di ricerca internazionale studia il “Sistema Terra”, integrando competenze delle scienze (fisica, chimica, biologia, geologia, ecc.) e discipline umanistiche (sociologia, economia, filosofia, ecc.). Allo stesso modo nella didattica della sostenibilità, e nelle esperienze complete condotte nelle Green School, confluiscono le scienze, la matematica, l’informatica, l’italiano, l’educazione artistica.
4.    L’esercizio della cittadinanza. Siccome il progetto didattico mette in discussione anche sistemi di valori culturali, stili di vita e abitudini, si richiede la capacità di ascoltare, dialogare, confrontarsi. Si esercita così una modalità preziosa della cittadinanza, confrontare le proprie visioni con quelle altrui e giungere attraverso il confronto a decisioni condivise.
5.    La comunicazione della sostenibilità. Non basta apprendere, bisogna imparare a comunicare la sostenibilità. La scuola Green School insegna alla comunità di riferimento i comportamenti corretti, rispettosi dei diritti di tutti. Comunicare la sostenibilità è un vero e proprio sottoproblema, perché bisogna selezionare i contenuti, scegliere le forme e gli strumenti più appropriati, attivare risorse intellettuali, spirituali ed artistiche.
 
Informazioni e programma dell’evento su www.modusriciclandi.info
 
 
Fulvio Fagiani

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