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Più fatturato, più innovazione, più export, più lavoro, più occupazione. E’ la green economy in Italia secondo il recente rapporto preparato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere.
Le prestazioni delle imprese green sono comparativamente migliori di quelle non green per le prestazioni strettamente economiche. Nell’insieme ci permettono di essere una delle economie europee a minor tasso di emissioni di CO2 e campioni europei nell’industria del riciclo, per guardare ai primati ambientali.
Si tratta di 340.000 imprese, il 22% del totale, per oltre 3 milioni di occupati.
Il successo viene da una nuova sensibilità dei consumatori che, intervistati da SWG, che per il 78% si dicono disponibili a spendere anche di più per acquistare green.
Se nel 2004 solo il 39% del campione riteneva che lo sviluppo sostenibile non fosse una moda, nel 2014 questa percentuale è arrivata al 74%.
Tra l’altro sempre più consapevoli che le responsabilità maggiori per la salvaguardia dell’ambiente spettino ai cittadini (il 53% contro il 45% del 2006).
Sono numeri che sembrano aridi, ma segnalano una trasformazione profonda dei modi di sentire e delle scale dei valori che si traducono poi in comportamenti effettivamente misurati.
La maggiore sensibilità ambientale tocca in particolare i più istruiti, gli abitanti del Nord-Est, e le fasce dì età più anziane 855-64 anni e oltre 64) che nella perdurante crisi dei consumi hanno maturato orientamenti alla sobrietà ed al risparmio che traducono in scelte d’acquisto e stili di vita.
Se guardiamo ai settori documentati dal rapporto e più vicini al campo d’attenzione di Agenda21Laghi (energia e prodotti a km0), troviamo interessanti indicazioni.
Nell’edilizia l’unico segmento che cresce è quello delle ristrutturazioni, che rappresentano ormai il 66,9 % del fatturato dell’intero settore, grazie anche al grande successo delle incentivazioni del 65 e 50% cresciute nel 2013 del 40% rispetto all’anno precedente, con 1 milione e 600.000 domande.
Viceversa il settore delle rinnovabili ha conosciuto un vistoso rallentamento soprattutto per la fine del contoenergia che aveva trainato l’esplosione del fotovoltaico. Malgrado questo il contributo delle fonti rinnovabili è sempre più importante ed ha coperto nel 2013 il 18% del consumo di energia ed il 30,9 del consumo elettrico.
Di grande interesse anche il settore agroalimentare in cui emergono fenomeni tutti collegabili allo spostamento delle preferenze verso la qualità.
“La spesa di prodotti biologici e a chilometro zero raggiungerà, per la prima volta, i 20 miliardi di fatturato nel 2014, in netta controtendenza al calo generale dei consumi alimentari”.
Queste tendenze sono l’esito della “diffusione di nuovi modelli di consumo, che prediligono prodotti in grado di garantire genuinità e sicurezza alimentare, tutela del territorio e della biodiversità, attenzione alle produzioni locali”.
Spicca il numero di oltre 7 milioni di italiani che vanno regolarmente a fare la spesa ai mercati degli agricoltori preferendo l’acquisto diretto dai produttori.
Questo perché “acquistare prodotti a chilometri zero non è solo conveniente, ma è anche un segnale d’attenzione al proprio territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, oltre che un sostegno all’economia e all’occupazione locale”.
Sembra di leggere la prefazione al nostro quaderno dei prodotti a Km0, ed i numeri dell’edizione 2014 passata a cesire una sessantina di produttori contro i circa 40 dell’edizione 2009.
Altri due fenomeni di rilievo.
Il biologico, che vede l’Italia quarto produttore europeo e secondo paese in Europa per superficie coltivata, in crescita nel 2014 del 17,3 % rispetto al pari periodo del 2013.
La spesa di gruppo praticata dal 18,6% dei nostri concittadini, circa 2,7 milioni di persone, soprattutto nella forma dei gruppi di acquisto solidale aumentati del 400$ dal 2008 ad oggi, arrivati al ragguardevole numero di 2.000 in tutta Italia,
 
 
Symbola e Unioncamere - GreenItaly rapporto 2014 - http://www.symbola.net/html/press/pressrelease/GreenItaly2014
 
                                                                      
                                                                                              Fulvio Fagiani

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