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Le scienze sociali studiano il cambiamento globale
 
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Per cambiamenti ambientali globali s’intendono, tra gli altri, il riscaldamento globale, la perdita di biodiversità, l’impoverimento dei servizi ecosistemici, l’alterazione dei cicli biogeochimici, tutti oggetto di studio della comunità scientifica.
Da tempo anche gli scienziati globali si candidano ad un ruolo primario nell’elaborazione delle conoscenze e nella individuazione delle trasformazioni necessarie ad evitare una crsi globale della nostra civiltà.
Ne è riprova, dopo la grande attenzione dimostrata dalle scienze del comportamento (v. il congresso della Società degli psicologhi americani), il recente report del Consiglio internazionale delle scienze sociali (ISSC).
Il report pone a fondamento del suo interesse la “complessità delle sfide ambientali e della sostenibilità che la società deve fronteggiare e l’incapacità di ogni singola disciplina scientifica di comprendere da sola questa complessità”.
La complessità è imputabile alla non.linearità di molti effetti, possibili fonti di cambiamenti irreversibili e agli effetti indiretti, come i cambiamenti ai sistemi biofisici che forniscono i servizi ecosistemici minacciando le fondamenta delle attività sociali ed economiche.
Nel tempo “le questioni della sostenibilità si sono allargate dal locale, tangibile ed immediato (come l’inquinamento delle acque urbane) al distante, intangibile e differito, come il cambiamento climatico e l’esaurimento dello strato di ozono, spostando la sfida dall’ambito locale a quello globale.
Il cambiamento ambientale globale è contemporaneamente un problema ambientale e sociale e le scienze sociali possono contribuire a comprendere le dinamiche complesse dei sistemi “socio-ecologici”, in quanto è la società umana che si è configurata come una forza di trasformazione del nostro Pianeta nell’era dell’Antropocene (l’epoca geologica in cui l’uomo ha lo stesso impatto delle forze naturali).
Bisogna perciò capire come i valori, le attitudini, le visioni del mondo e del futuro e le credenze influenzano le strutture e i processi sociali e le possibilità di rispondere alle sfide, come evolvono le dinamiche familiari, le pratiche quotidiane e i legami tra individui ed influenze più ampie.
Le scienze sociali avranno bisogno di sviluppare nuovi concetti, strumenti e metodi, lavorare a scale diverse, per afferrare le forze e le dinamiche storiche che operano ai diversi livelli dell’organizzazione sociale, interagire con le altre forme di conoscenza in un processo di co-produzione con gli altri specialismi e gli utenti della conoscenza.
La conoscenza deve contribuire al cambiamento, consapevole che “le attitudini positive e le preoccupazioni sono essenziali, ma insufficienti a garantire la mobilitazione politica e dei comportamenti, dato che gli individui tendono a trasferire la responsabilità dell’azione alla politica” e attenta alle dinamiche di potere sia nella vita quotidiana che nella politica ad alto livello.
Il cambiamento ambientale globale chiama in causa la responsabilità etica, ponendo la scelta tra “il soddisfacimento dei bisogni di base in opposizione alle aspettative di vita lussuosa” e questioni di equità, per la distribuzione ineguale delle responsabilità e degli effetti, e di giustizia intergenerazionale.
“La scienza sociale può favorire l’impegno pubblico nel processo decisionale, nella costruzione di scenari di futuri alternativi in situazione d’informazione incompleta, migliorare la comprensione degli impatti sociali dell’esaurimento delle risorse naturali e valutare l’efficacia della cooperazione tra attori sociali”.
“Molte organizzazioni sociali, tra cui i governi, promuovono cambiamenti incrementali. Ma molte delle sfide maggiori ora chiedono una trasformazione dei sistemi sociali più fondamentale e di vasta portata”.
Sarà uno sforzo enorme di ricerca ed una sfida sociale comprendere come incoraggiare cambiamenti radicali, formare le capacità per la trasformazione, rimuovere gli ostacoli, smantellare i vecchi sistemi e creare forme di governance delle sfide ambientali”.
 
 
 
 
In allegato le “pietre angolari” della ricerca delle scienze sociali per il cambiamento globale.
 
                                                                                 
Fulvio Fagiani

 

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