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Besozzo, 7 dicembre: come cambia il clima della Terra
 
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Il rovinoso passaggio sulle Filippine del tifone Haiyan ha ricordato l’esistenza dei cambiamenti climatici e gli effetti disastrosi che può causare.
Non sappiamo se se ne ricorderanno anche i negoziatori che in queste ore stanno discutendo a Varsavia degli accordi globali sul clima nell’ambito della 19° conferenza delle parti.
Ne parleremo a Besozzo, al Teatro Duse,
 
Sabato 7 dicembre, dalle ore 9
 
in occasione del 14° Forum di Agenda21Laghi, questa volta nella veste di una conferenza scientifica sui cambiamenti climatici (v. locandina allegata). I due relatori della Conferenza, il prof. Caserini ed il dr. Raes, partecipano da anni alle negoziazioni internazionali e sono tra i massimi esperti del tema in Italia, autori di libri e pubblicazioni scientifiche.
Nel decidere gli orari della conferenza abbiamo scelto il sabato mattina anche per favorire la partecipazione di studenti ed insegnanti, ritenendola un'occasione unica di formazione e conoscenza.
Tre rapporti internazionali pubblicati nelle ultime settimane ribadiscono l’urgenza di trovare soluzioni.
La IEA, l‘agenzia dell’OCSE che si occupa di energia, nel suo rapporto annuale World Energy Outlook, prevede che le emissioni di anidride carbonica cresceranno fino al 2035 di circa il 20%, seguendo una traiettoria che porta nel lungo termine ad un aumento della temperatura media globale di 3,6 °C, ben oltre il limite ritenuto di relativa sicurezza dei 2 °C.
Lo stesso messaggio preoccupato viene dall’UNEP, il programma ambientale dell’ONU, che, come ogni anno, verifica quanto siamo lontani da una curva di emissioni coerente con il contenimento del riscaldamento a 2 °C..
La curva reale è rappresentata dalla prosecuzione delle tendenze attuali (il “business as usual”), eventualmente mitigata con le promesse di riduzione delle emissioni che molti paesi hanno assunto nell’ambito dei negoziati globali.
Per dirla in cifre, le proiezioni al 2020 danno:
·        59 Gt di CO2 equivalente continuando con le attuali tendenze;
·        Tra 52 e 56 Gt di CO2 equivalente conteggiando le riduzioni promesse;
·        44 Gt di CO2 equivalente per rispettare l’obiettivo dei 2 °C.
Come si vede la distanza è considerevole, da un massimo di 15 ad un minimo di 8 Gt di CO2 equivalente. Questo è il divario da colmare con nuove misure.
Se si osservano tutte le curve che portano al contenimento del riscaldamento entro i 2°C, si nota che hanno tutte una stessa forma: collocano il picco delle emissioni intorno al 2020 per poi cominciare a scendere. Queste sono le curve cosiddette a “basso costo”.
Ci sono poi le curve “ad azione ritardata”, con il picco delle emissioni oltre il 2020, con successive riduzione delle emissioni dell’ordine del 6-8,5% annuo.
Queste ultime appaiono abbastanza irrealistiche, perché una riduzione delle emissioni di quell’ordine di grandezza è inimmaginabile entro un quadro economico stabile.
Non solo, ma ritardare l’inversione della curva (da aumento delle emissioni a riduzione) significa esporre il Pianeta ad uno shocK che potrebbe avere conseguenze gravi ed irreversibili.
La soluzione a minor rischio è dunque quella di incrementare gli sforzi per fermare entro il 2020 la crescita annua delle emissioni.
In questo modo, tra l’altro si eviterebbero nuovi investimenti sulle infrastrutture energetiche basate sui combustibili fossili, che hanno cicli di vita di decenni. E’ l’effetto “lock-in” che ci incatena a tecnologie dannose per un lungo periodo.
Bisogna agire subito perciò, e possiamo farlo con le tecnologie già disponibili.
Il terzo studio, realizzato da Ecofys, ci dice che è possibile ridurre quasi a zero le emissioni di gas serra entro il 2050, con le tecnologie attuali di efficienza energetica e produzione energetica da rinnovabili.
 
1.      World Energy Outlook – IEA, www.iea.org
2.      The emissions gap report 2013 – UNEP, www.unep.org/publications/ebooks/emissionsgapreport2013
3.      Feasibility of GHG emissions phase-out by mid-century – Ecofys, http://www.ecofys.com/en/publication/feasibility-of-ghg-emissions-phase-out-by-mid-century/
 
 
Fulvio Fagiani

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