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Come sta il clima? Il rapporto dell’IPCC
 
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Il 27 settembre è stato pubblicato sul sito dell’IPCC (www.ipcc.ch) il rapporto sintetico compilato dal primo gruppo di lavoro sulle basi scientifiche dei cambiamenti climatici.
L’IPCC è un comitato costituito dalle Nazioni Unite e dall’Organizzazione meteorologica Internazionale (WMO) per studiare i cambiamenti climatici e produrre sistematicamente un rapporto conoscitivo destinato ai decisori politici ed al pubblico.
L’IPCC non svolge ricerca in proprio, ma valuta le ricerche realizzate in tutto il mondo e ne sintetizza i risultati.
Dopo il 4° rapporto, pubblicato nel 2007 e che ha meritato all’IPCC il conferimento del Nobel per la pace, esce ora il 5° rapporto: ora è stata pubblicata la prima sezione, le altre due verranno rese di pubblico dominio nel corso del 2014.
Questa sezione ha coinvolto 859 scienziati di tutto il mondo che hanno esaminato oltre 9.200 pubblicazioni scientifiche; il loro lavoro è stato poi revisionato in due cicli da 569 e 800 esperti.
Nei primi capitoli sono esaminati i cambiamenti osservati nel sistema climatico della Terra:
  • Le temperature superficiali medie, che hanno rivelato un aumento di 0,85 °C dal 1880 al 2012. Gli ultimi tre decenni sono stati i più caldi degli ultimi 1.400 anni e l’ultimo è stato il più caldo;
  • Negli ultimi anni si è osservato un rallentamento nella crescita delle temperature, dovuto probabilmente alla combinazione del punto più debole del ciclo solare undecennale e del riscaldamento degli strati profondi dell’oceano;
  • Gli eventi meteorologici estremi (siccità, precipitazioni, ondate di caldo) sono diventati più frequenti ed intensi;
  • I ghiacciai si sono ridotti ovunque. In particolare le calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide hanno perso massa con ritmi probabilmente aumentati nel corso degli anni. La copertura del ghiaccio in primavera nell’Artico e nell’emisfero settentrionale si è costantemente ridotta in estensione;
  • Il livello del mare è cresciuto di 0,19 metri tra il 1901 ed il 2001 con tassi d’innalzamento annui sempre maggiori,
  • Le concentrazioni di Gas serra hanno continuato a crescere raggiungendo livelli superiori a quelli riscontrati almeno negli ultimi 800.000 anni. In particolare le emissioni di CO2 sono state nel 2011 il 54% in più di quelle del 1990, tanto che si è toccata la concentrazione record di 400 ppm (parti per milione).
IPCC analizza le cause del riscaldamento globale, sintetizzando in una tabella esplicativa il contributo dei vari fattori che influenzano il clima terrestre, che vengono chiamati forzanti radiative e vengono misurate in Watt/m2. Su un totale di alterazione del clima valutata in 2,29 Watt/m2 l’anidride carbonica (CO2) contribuisce per 1,88 CO2.
IPCC ne deduce che “l’influenza umana sul sistema climatico è chiara. Ciò è evidente dalle crescenti concentrazioni di gas serra in atmosfera, dalla forzante radiativi positiva, dal riscaldamento osservato e dalla comprensione del sistema climatico”.
Per prevedere le tendenze del clima al 2.100, IPCC usa quattro diversi scenari emissivi: uno che implica una forte riduzione delle emissioni (detto RCP2.6), due di stabilizzazione (RCP4.5 e RCP 6.0) ed uno estremo (RCp8,5).
Le temperature aumenteranno rispetto ai valori di questi anni da un minimo di 1.1 °C ad un massimo di 4.8 °C.
C’è da rilevare, però, che i trend attuali sono purtroppo in linea con lo scenario peggiore come segnalato da altri recenti rapporti di cui avevamo dato conto in una precedente newsletter.
Le sezioni 2 e 3 del 5° rapporto, in pubblicazione nel 2014, tratteranno degli impatti del riscaldamento climatico e delle strategie di mitigazione.
 
Infine vi anticipiamo che il 14° Forum avrà la forma di una conferenza scientifica su questi temi.
Alleghiamo la bozza del poster che annuncia data, sede e relazioni del Forum.
 
Il rapporto dell’IPCC si può liberamente scaricare all’indirizzo www.ipcc.che.
 
 
 
                                                                                  Fulvio Fagiani

 

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