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Tra giugno e luglio si esaurirà la residua disponibilità di incentivi al fotovoltaico secondo lo schema previsto dal quinto contoenergia, l’incentivo che premia l’energia prodotta dagli impianti realizzati sui tetti delle abitazioni, dei capannoni industriali e commerciali e dalle grandi centrali fotovoltaiche di produzione di energia.
Grazie a questa tipologia tariffaria, l’Italia è diventata in pochi anni un protagonista di questo settore: per due anni, il 2011 ed il 2012 è stato il secondo paese al mondo per installato annuo di potenza fotovoltaica ed è tuttora il secondo, sempre dietro alla Germania, per installato cumulato.
La stessa preminenza non l’ha ottenuta sul piano industriale, dal momento che del volume complessivo d’affari realizzato nel 2012 è rimasto nelle tasche di imprese italiane il 46%.
E’ tuttavia emerso un comparto molto competitivo negli inverter, quel componente indispensabile che converte la corrente continua prodotta dai pannelli nella corrente alternata che usiamo nelle nostre case, ed anche nella produzione di moduli alcune imprese italiane resistono alla concorrenza degli asiatici, cinesi in primis, da poco accusati davanti all’Unione Europea di dumping e pratiche scorrette.
Il contatore fotovoltaico del sito del GSE, l’Ente pubblico che ha in carico l’erogazione degli incentivi, riporta nel giorno in cui scrivo queste note il dato di 517.052 impianti, per una potenza globale di oltre 17 GW.
Dalla mia bolletta ricavo che nel 2011 le fonti rinnovabili nel loro insieme hanno contribuito per il 36,7% alla produzione elettrica nazionale (il gas naturale è al 40%). Nel 2012, per cui non ci sono ancora dati definitivi le quote si sono modificate ancora a vantaggio delle rinnovabili che saranno probabilmente diventate la principale fonte di approvvigionamento energetico. Il solare è nel 2012 oltre il 20% delle rinnovabili e nel 2013 sarà parecchio di più per l’effetto dell’entrata in esercizio degli impianti installati nel corso del 2012.
Questo è dunque il bilancio di anni di tariffe incentivate con il contoenergia: abbiamo costruito una capacità di produzione elettrica basata sul sole, un significativo settore industriale, ma ora, che cosa succederà con la fine del contoenergia?
Tutte le previsioni sono concordi nello stimare una diminuzione dei ritmi di crescita del numero di impianti e potenza installata, con una frenata particolarmente marcata negli impianti di maggiore potenza, meno sensibile negli impianti domestici.
Stiamo entrando in una nuova epoca, quella della “grid parità”. La grd parità si realizza quando il costo di produzione di energia da fotovoltaico eguaglia il costo di acquisto di energia dalla rete.
Sul raggiungimento della grid parità incidono diversi fattori:
§         il costo degli impianti
§         il livello di soleggiamento, maggiore al Sud che al Nord
§         la possibilità di consumare l’energia prodotta anziché venderla alla rete.
I costi medi sono già scesi molto negli ultimi anni; oggi un impianto domestico di 3 KW di potenza ha un prezzo medio, chiavi in mano, di circa 2.300€/KW. Nell’immediato futuro è prevista un ulteriore discesa dei prezzi, ma molto meno consistente del passato.
Oggi i soli impianti a grid parity sono quelli installati nel Sud con alto livello di autoconsumo, superiore almeno al 50%. Con la prevista discesa dei prezzi la grid parità sarà raggiungibile nel 2015 da tutti gli impianti di taglia media ovunque installati, anche senza alcuna forma d’incentivazione.
Gli impianti residenziali, che interessano alla maggior parte dei lettori, sono convenienti ai prezzi di mercato attuali solo in presenza della detrazione del 50% (da luglio scenderà al 36%).e raggiungeranno la grid parity senza incentivi nel 2015 solo  se installati al Sud.
In sostanza, solo il mantenimento della detrazione (meglio se al 50%), garantisce il totale recupero del costo d’investimento.
Nella valutazione di acquisto, si deve tener conto di altre due tendenze evolutive. Nei prossimi anni aumenterà il numero di impianti dimensionati per servire non solo il consumo elettrico domestico, ma anche quello termico, abbinando al fotovoltaico una pompa di calore come fonte termica principale, e raggiungeranno prezzi accessibili anche sistemi di batterie che permetteranno di immagazzinare l’energia prodotta nelle ore di sole, da utilizzare di sera o nelle stagioni di minor soleggiamento, aumentando così la quota di autoconsumo e, di conseguenza, la convenienza economica.
Insomma, il fotovoltaico è tutt’altro che finito, anzi.
 
I dati sono tratti dal solar energy report pubblicato dall’energy&strategy group del Politecnico di Milano (www.energystrategy.it).
 
                                                                       Fulvio Fagiani

 

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