Una riverniciata alle Vie Verdi


Sono passati alcuni dall’inaugurazione delle Vie Verdi. Nel 2007 abbiamo inaugurato il sentiero del Verbano, nel 2009 i sette percorsi laterali.
Da allora qualche segnale è stato sfregiato, qualcuno addirittura divelto, altri sono stati danneggiati nei modi più fantasiosi.
I vandali non avevano perso tempo. L’inaugurazione del 2009 si tenne una domenica di maggio. La posa dei segnali era stata completata poche ore prima.
Già passando la domenica sul sentiero dei mulini, un cartello era stato reso illeggibile con furia immotivata. Un triste segno dei tempi.
Chi li ha percorsi in lungo e in largo (e ce ne sono) può testimoniare dell’accanimento su alcuni segnali, le cui motivazioni profonde sono impenetrabili anche agli psichiatri più esperti.
Chi o che cosa può spingere qualcuno ad accanirsi su un innocuo bene pubblico, un cartello che aiuta ad orientarsi e a far conoscere ed apprezzare paesaggi ed ambienti?
Sono imprese compiute in solitudine o davanti ad una piccola folla plaudente di ammiratori entusiasti per una dimostrazione di stravagante vitalità? Il fiero autore del gesto memorabile mantiene rigorosamente il segreto o ne mena vanto pubblico?
Ognuno dia la sua risposta. Per quanto ci riguarda ci apprestiamo a sostituire i segnali ormai vandalizzati con cartelli nuovi che ne ripristinino la funzionalità.
Sarà un’operazione lunga, e speriamo non incompleta, a cui contribuiranno molti sia nella fase di rilevazione, che in quella di sostituzione del segnale danneggiato con quello nuovo.
E’ per me l’occasione per tornare sulla realizzazione delle Vie Verdi, per far conoscere a chi ci legge, attraverso la sua breve storia, che tipo di organizzazione è necessaria.
Premetto che l’intera opera è costata meno di 150.000€, molto pochi soprattutto se li si confronta con cifre superiori di almeno un ordine di grandezza di sistemi paragonabili.
L’ideazione è frutto del lavoro di Agenda21Laghi: in molte riunioni della segreteria tecnica abbiamo prima vagliato l’idea in sé, la sua fattibilità e la possibile fruibilità.
Quindi abbiamo valutato le diverse ipotesi di tracciato, aiutati dal fornitore selezionato, la soc. Naturcoop. Ogni Comune aveva nominato un suo delegato ad hoc, scegliendo una persona con conoscenza degli itinerari, delle strade bianche, delle qualità paesaggistiche del territorio.
Ogni tratto candidato a diventare Vie Verdi è stato percorso insieme dagli addetti di Naturcoop e dai delegati. Spesso sono state chieste indicazioni o consigli agli abitanti: un negoziante o una signora che stava lavorando in giardino, un ciclista incrociato per caso o un passante interessato. Una vera costruzione partecipata nello stile di Agenda21Laghi.
Ogni ipotesi è stata comunque sottoposta alla valutazione della segreteria tecnica, che ha dovuto talvolta decidere tra alternative o capire come superare impedimenti di varia natura.
Anche i materiali da utilizzare sono stati ampiamente discussi. Lungo il Sentiero del Verbano si scelse di usare segnali in legno, più consoni all’ambiente prevalentemente rurale.
Nella seconda tornata, quella dei 7 percorsi laterali, abbiamo preferito un materiale sintetico, il Dbond, per la maggiore durata e leggibilità.
Con quali criteri abbiamo scelto i tracciati? Abbiamo voluto minimizzare i tratti con fondo in asfalto e, dove impossibile, abbiamo optato per strade a bassa frequenza. Solo in pochissimi punti le Vie Verdi percorrono per poche centinaia di metri strade trafficate, ma dove proprio non se ne poteva fare ameno. Naturalmente si è sempre cercato di privilegiare il passaggio da luoghi di particolare valore paesaggistico e/o naturalistico: l’obiettivo delle VVL è far conoscere in modo dolce le bellezze del territorio. In particolare abbiano sviluppato i tracciati tenendo conto del tema prescelto: i mulini, le pesche, ecc.
Infine un criterio sempre presente è stato la minimizzazione dei costi. Avevamo risorse contate ed abbiamo cercato di ottenerne il massimo.
Ora le Vie Verdi sono documentate molto meglio di quando abbiamo iniziato. Il merito maggiore va al portale turistico (attenzione, presto cambierà nome) che ha permesso d’integrare in un unico quadro le VVL con i valori territoriali documentati dai quaderni ed i produttori a km.0.
Naturalmente ci sono molte altre idee su come continuare, ma come sempre dobbiamo fare un passo alla volta.
 
 
                                                                                  Fulvio Fagiani