Un cambiamento culturale per l’efficienza energetica


“La green economy è un processo complesso che non rappresenta solo il passaggio da un’economia tradizionale ad un’economia più verde, ma rappresenta un cambiamento culturale”. E’ scritto in un rapporto del gruppo di lavoro “Regioni ed Enti Locali per la Green Economy” in preparazione degli Stati Generali della Green Economy.
Lo dimostra bene il caso concreto del nostro Paese. Da alcuni mesi sono in vigore incentivi nella forma di detrazioni d’imposta del 50% o 65% per chi migliora l’efficienza energetica della propria abitazione e la Legge di stabilità al vaglio del Parlamento allunga fino a tutto il 2014 l’effetto di queste misure.
Ci si aspetterebbe che azioni così rilevanti sul fronte della riduzione dei prezzi trovino una risposta travolgente da parte della domanda.
Dalla nostra esperienza recente maturata con il Distretto di Transizione Energetica dei Laghi, che promuove la diagnosi energetica, e lo Sportello Energia da poco aperto in Agenda21Laghi, non riceviamo invece segnali significativi di adesione dei cittadini.
Anche le imprese ed i professionisti che collaborano con Agenda21Laghi in queste iniziative ci trasmettono una sensazione di stasi sostanziale della domanda di soluzioni di efficienza energetica.
Ci sono naturalmente dei freni evidenti: la detrazione d’imposta è una forma d’incentivo “differito” che premia i redditi imponibili più alti e penalizza chi ha un’imposizione fiscale bassa. La crisi economica e le prospettive tutt’altro che incoraggianti dissuadono molti dall’impegnarsi in investimenti che possono avere una resa in tempi medio-lunghi.
Tuttavia, anche scontando questi effetti frenanti, rimane difficile spiegarsi la ritrosia anche di chi dispone di redditi sufficienti e sufficientemente certi nel tempo.
Bisogna considerare tra l’altro che gli investimenti sulle prestazioni energetiche dell’abitazione hanno ritorni economici sicuri e misurabili grazie alla riduzione dei consumi e che aggiungono valore all’abitazione. Li si potrebbe considerare una forma d’investimento più redditizia e tranquilla di molti impieghi finanziari inseguiti dai risparmiatori.
Evidentemente ci sono barriere non economiche che devono essere prese in considerazione.
Un recente rapporto della Fondazione ENEL e del Politecnico di Milano, “Stato e prospettive dell’efficienza energetica in Italia – ottobre 2013”, sostiene che “il principale vincolo allo sviluppo dell’enorme potenziale di efficienza energetica non sia di carattere economico, ma piuttosto culturale e normativo”.
I benefici che l’efficienza energetica può portare ai consumatori, riducendo la bolletta energetica, e al sistema economico, dando vigoroso impulso all’occupazione, incidendo per una percentuale tra l’1,2% ed il 2% del totale degli occupati, sono limitati dalla “mancanza di un sistema a livello Paese a supporto dell’efficienza energetica” per l’assenza di un “pensare comune”.
Non troviamo migliori parole di quelle del rapporto, di cui riportiamo alcuni stralci.
“Gli obiettivi di efficienza energetica pensatidalle istituzioni e i piani d’azione per il loro raggiungimento spesso si scontrano con una cultura diffusa nel Paese che è lontana da concetti di efficienza energetica o orientata su altre priorità”.
La barriera culturale più importante è rappresentata dunque dalla mancata diffusione di una “cultura condivisa dell’efficienza energetica. I cittadini e le imprese devono poter percepire i benefici economici e di sostenibilità ambientale che una cultura dell’efficienza energetica può garantire, soprattutto in ottica di lungo periodo. Le prime azioni da promuovere in questo senso, prima ancora di studiare un sistema incentivante in grado
di sostenere e sviluppare un mercato, dovrebbero essere intraprese sul fronte della comunicazione istituzionale, per far entrare nella sensibilità comune degli italiani il concetto di efficienza energetica”.
un cittadino che volesse cedere un’immobile, a oggi, difficilmente riesce a monetizzare la variabile legata alle prestazioni energetiche dell’edificio; in un contesto nel quale si valorizzasse il ruolo della certificazione energetica negli edifici, si potrebbe sviluppare una coscienza dell’efficienza energetica come componente di “valore” dell’immobile che potrebbe farne variare sensibilmente il prezzo in base alla classe energetica assegnata”.
“In un momento di congiuntura economica sfavorevole, una decisa azione volta ad abbattere o a limitare le barriere culturali potrebbe portare immensi benefici al mercato dell’efficienza energetica e alla sua possibilità di esprimere i potenziali di penetrazione che lo sviluppo tecnologico consente di stimare”.
 
Politecnico di Milano, ENEL Foundation – “Stato e prospettive dell’efficienza energetica in Italia” –
 
 
                                                                                  Fulvio Fagiani