L’agricoltura nei decenni a venire


Parlare di agricoltura in Agenda21Laghi è sinonimo di “km.0”, cioè consumo di prodotti locali, rapporto diretto produttore-consumatore, conoscenza delle pratiche agricole, attenzione alla conservazione e manutenzione del suolo. E’ il nostro contributo per riportare l’agricoltura nel solco della sostenibilità.
L’agricoltura è però oggi un fenomeno prevalentemente globale, come ci insegnano le repentine variazioni dei prezzi delle derrate alimentari sui mercati internazionali o le discussioni sull’accaparramento di terre dei Paesi poveri.
Ed è globale il problema: nel 2050 oltre 9 miliardi di persone abiteranno il nostro Pianeta, le cui risorse naturali sono già oggi sottoposte a forte stress.
La stabilità del sistema alimentare è minacciata sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta.
Dal lato della domanda la richiesta di cibo è destinata ad aumentare per la crescita della popolazione, per le modificazioni dei regimi alimentari.
In tutti i continenti si assiste infatti ad una trasformazione delle diete alimentari con maggior consumo di carne, che comporta una vertiginosa crescita degli animali allevati (cresciuti di oltre 1,2 miliardi di capi dal 1960). Quella produzione di cereali che era in grado di soddisfare la domanda di cibo di miliardi di persone, non può sfamare gli animali da allevamento delle loro diete a base di carne.
Basti dire, ad esempio, che per produrre 1 kg. di carne bovina occorrono 7 kg. di cereali: sfamare la stessa quantità di persone con carne bovina anziché direttamente con cereali richiede una quantità di suolo sette volte superiore.
L’agricoltura deve inoltre competere per il suolo con altri usi, l’urbanizzazione, l’infrastrutturazione, la produzione di biocarburanti e con fenomeni di degrado come la desertificazione, l’erosione e la salinizzazione.
C’è meno suolo disponibile per produrre molto più cibo.
Negli ultimi decenni il suolo coltivato si è espanso a danni delle foreste (valga per tutti l’esempio della foresta amazzonica) che sono però un serbatoio di anidride carbonica e la principale sorgente di biodiversità e vanno dunque preservate.
Anche la strada di una maggiore produttività dei suoli si scontra con prospettive preoccupanti.
La fertilità è fortemente dipendente dalla disponibilità di acqua dolce, o proveniente dal sottosuolo o piovana.
Gli acquiferi sotterranei sono in molte parti del mondo in via di impoverimento. E’ purtroppo ricca la casistica di acquiferi sottostanti grandi pianure coltivate che si abbassano ogni anno. Si è pensato di rimediare con l’uso di pompe capaci di penetrare più in profondità, ma si è solo rimandato il problema al futuro.
Anche il buon senso ci dice che se si estrae da un acquifero più acqua di quanta la natura non sia in grado di ricaricare, questo s’impoverisce fino all’esaurimento.
In alcune parti del mondo si è attinto da acquiferi cosiddetti “fossili”, cioè non alimentati e residui del passato, che si hanno presto esaurito il loro prezioso carico di acqua.
In prospettiva futura i mutamenti climatici comporteranno sconvolgimenti nei regimi idrici, con periodi di siccità che si alterneranno a nubifragi e con la continua riduzione delle riserve idriche costituite dai ghiacciai.
Negli anni ’60 la “rivoluzione verde” fu alimentata da una poderosa crescita della produttività dei suoli fertili grazie all’uso intensivo di fertilizzanti e sementi selezionate.
Non sembra che ci possiamo aspettare altri grandi regali: i dati, pur parziali, che abbiamo indicano piuttosto una stabilità degli indici di produttività di alcuni dei più importanti alimenti, come il grano ed il riso.
La possibilità di “nutrire il pianeta” passa dunque per un’azione sia ul fronte della domanda, con la stabilizzazione della popolazione mondiale e la riduzione del contenuto di carne animale nelle diete alimentari, e sul fronte della domanda con una gestione accurata delle risorse più preziose e vulnerabili, l’acqua ed il suolo.
 
 
Per approfondimenti:
Lester Brown – 9 miliardi di posti a tavola – Edizioni Ambiente
Rockstrom, Wijkman – Bankrupting nature – Routledge
 
 
 
                                                                       Fulvio Fagiani