Comunicare l’ambiente, difficile compito


Da dieci anni, da quando Agenda21Laghi è nata, proviamo a comunicare i nostri progetti e ci domandiamo quale sia il risultato che otteniamo. Proprio la questione della comunicazione efficace è uno dei temi che ricorrono frequentemente nelle nostre riflessioni.
Agli inizi della nostra storia ci affidavamo interamente alla tradizione: locandine affisse nei Comuni per informare di Forum e progetti, incontri pubblici per dialogare con i cittadini.
La valutazione dell’efficacia era misurabile dal numero di persone presenti e dall’interesse che percepivamo.
Poi abbiamo evoluto i nostri strumenti ridisegnando il sito, creando un gruppo Facebook e dando vita alla newsletter che state leggendo, anche per sottrarre la comunicazione all’episodicità cui era condannata.
Come prima, quando la frequenza ad un’iniziativa proposta non ci sembra soddisfacente ci domandiamo se sia colpa del tema, dell’orario, della coincidenza con altri eventi, e così via.
Siamo consapevoli che la nostra comunicazione è su temi non facili.
Ho esperienza di incontri pubblici affollatissimi trattando di questioni locali che toccano da vicino ed immediatamente le sensibilità ambientali: l’inceneritore, l’impianto di trattamento rifiuti, i combustibili impiegati in un cementificio, solo per fare qualche esempio.
Noi ci muoviamo su un terreno diverso, progetti a lunga scadenza che richiedono competenze tecniche specialistiche, percorsi faticosi e irti di difficoltà, lentezze operative, conflitto con abitudini consolidate.
Talvolta il collegamento con la quotidianità non è diretto o il vero destinatario sono le persone che devono ancora nascere. Nella situazione economica e sociale di questi anni lavorare sulla riduzione delle emissioni di gas serra, ad esempio, nemmeno sfiora le preoccupazioni e attenzioni prioritarie.
Quando abbiamo presentato il Piano per la mobilità sostenibile, la maggioranza delle osservazioni era su ostacoli al traffico quotidiano (la strada interrotta, il passaggio a livello chiuso), mentre noi proponevamo un Piano la cui realizzabilità, nelle migliori delle ipotesi, si calcola nei decenni.
E’ naturale domandarsi: sbagliamo noi, bisogna rispondere alle domande presenti alla mente di tutti? Le questioni globali, i cambiamenti climatici per primi, sono lontane dalla vita di ogni giorno e appaiono di soluzione difficile e lontana nel tempo.
La quotidianità non s’incontra spontaneamente con la visione di lungo periodo.
Anche per queste ragioni nella newsletter compaiono spesso articoli su temi globali, che traggono spunto da pubblicazioni scientifiche, rapporti di Istituti internazionali, studi e ricerche. Cerchiamo di abbinare globale e locale, per ricostruire un filo logico.
Non abbiamo modo di sapere quanto questa comunicazione, compreso il testo che state leggendo, raggiunga ed interessi.
In occasione della giornata di “m’illumino di meno”, abbiamo coordinato lo spegnimento di parti dell’illuminazione pubblica per partecipare alla giornata del risparmio energetico.
Un altro modo di comunicare la necessità di trasformare il nostro sistema energetico.
Per la cronaca hanno aderito 14 Comuni (Angera, Brebbia, Besozzo, Bregano, Brinzio, Cadrezzate, Cassano Valcuvia, Ferrera, Leggiuno, Malnate, Mercallo, Monvalle, Varano Borghi, Vergiate), molti hanno pubblicato un post sulla pagina Facebook del Distretto di transizione Energetica dei Laghi.
Ci muoviamo, come vedete, per tentativi. Non siamo i soli. In tutto il mondo prestigiose Istituzioni, scienziati impegnati nelle più diverse discipline che si occupano di ambiente, si pongono il nostro stesso problema: come si comunica efficacemente l’ambiente?
Ne riparleremo prossimamente.
 
 
                                                                       Fulvio Fagiani
 

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